La Preston House: una casa ispirata alla celebre onda di Hokusai

Un lavoro di architettura è sempre qualcosa di livello sartoriale: è generalmente misurato nel gusto secondo le richieste del cliente, strutturato in modo da assecondare il budget previsto ed impreziosito dalla competenza dell’architetto attraverso la scelta di determinati materiali e di specifiche soluzioni.

Quando poi tutto questo sposa una bella dose di libertà e creatività, ne esce un edificio notevole come quello della Preston House, in California, progettato dall’architetto Mario Romano.

La casa è un raffinato progetto che trae ispirazione da un’opera antica dell’arte giapponese e si integra ottimamente con il luogo in cui è stata edificata.
La California, ricca di luce e di colori, diventa così la sede più adatta per accogliere questo progetto architettonico e lo fa diventando parte del progetto stesso in un rimando di forme e tonalità che contribuiscono a rendere questa abitazione un vero e proprio ibrido tra arte e architettura.

La nascita del progetto

L’ispirazione per il design di questa casa nasce da un’antica e famosa xilografia del pittore giapponese Hokusai (1760-1849) dal titolo “La Grande Onda di Kanagawa” ( Kanagawa oki nami ura ).

È la prima e la più celebre stampa tra quelle che compongono la serie intitolata “Trentasei vedute del Monte Fuji” ( Fugaku sanjūrokkei ) e raffigura una grande onda tempestosa che minaccia alcune imbarcazioni nel mare al largo di una zona corrispondente all’odierna prefettura di Kanagawa. Sullo sfondo della stampa si vede il Monte Fuji e nella composizione della xilografia viene appunto catturato l’istante in cui l’onda forma una spirale quasi perfetta il cui centro passa per quello dell’immagine, dando la possibilità di scorgere la montagna sacra del Giappone.

Il mare è naturalmente l’elemento predominante dell’opera e si estende per tutta la scena. Allo stesso tempo, la forma del Monte Fuji viene riproposta all’interno delle varie onde e la ripetizione delle forme è ancora più evidente nella superficie dell’acqua, la quale presenta una fitta trama di piccoli riccioli (uguali all’increspatura della grande onda principale).
Un’altra caratteristica che salta subito agli occhi è poi la scelta di usare solo i colori bianco e blu sia per la grande onda che per la montagna sacra.

È possibile rileggere tutto questo nella Preston House, dalla scelta di creare un tetto che riflette il cielo, con l sua luminosità (bianca) e le sue gradazioni di blu, frazionandolo attraverso le onde metalliche proprio come accade nella modularità della stampa.

Naturalmente anche gli interni sono pensati per riflettere la poesia e la simbologia della casa, dando forma ad un edificio con un forte carattere artistico.

La Grande Onda di Kanagawa di Hokusai

La Preston House

Quasi tutti gli edifici progettati da Mario Romano hanno tra loro dei punti in comune che si possono evidenziare nell’attenzione per gli elementi modulari, nella forte presenza del segno e delle linee, nella chiara fascinazione per la forma dell’onda e della curva in generale.

La sua è una sensibilità che deriva dall’essere sia un architetto che un artista. Per questa ragione la casa ha molti punti in comune con un’opera pittorica, con elementi e materiali che accolgono le innovazioni ed aprono nuove prospettive e possibilità all’architettura.

Il tetto

Il tetto curvo della Preston House si increspa per tutta la facciata con tante onde e le numerose strisce di metallo curvato rendono l’illusione di tante pennellate di colore. Queste centinaia di strisce di alluminio sono state tagliate su misura e riflettono l’ambiente circostante creando anche un effetto di distorsione.

La facciata in alluminio è tuttavia posta a pochi centimetri dalla superficie impermeabile della reale struttura del tetto. Ciò permette di avere due importanti vantaggi: anzitutto la ventilazione tra uno strato e l’altro delle strisce di metallo consente di evitare l’accumulo di umidità e la formazione di muffa, mentre dall’altro contribuisce alla dispersione del calore in eccesso dalla casa favorendo la ventilazione anche per la casa stessa.

L’abitazione

L’edificio è di circa 530 mq e la sua costruzione si basa anche su algoritmi che hanno reso le forme complesse del progetto una struttura funzionale. La casa conta 6 camere da letto (al secondo piano), 5 bagni, la zona living con i salotti e la sala da pranzo, ma la cucina è posta al centro della casa, come fulcro dell’abitazione.
Questa villa così unica è in vendita per oltre 4 milioni di dollari e grazie alle nuove start up di successo sorte nella zona, il prezzo non è affatto fuori mercato. Lo stesso Romano, parlando di questa sua realizzazione, ha detto:

“È davvero un incrocio fra arte e scienza. Niente di tutto questo poteva essere fatto senza la potenza di elaborazione del computer che aiutasse a costruire e ricostruire.”

Un’altra specifica caratteristica della Preston House è l’uso di materiali innovativi come il Simowood, un materiale che esteticamente appare simile al legno, ma che possiede la flessibilità della plastica.
Il Simowood è fatto con buccia di riso pressata unita ad una specifica termoplastica ed è stato utilizzato sia all’ingresso esterno che nelle rifiniture interne come alcuni pavimenti e le scale che richiamano di nuovo il motivo dell’onda e del tratto pittorico allo stesso tempo.

Interni della Preston House

Curiosità

Il suo design così fortemente legato alle tecnologie e ai software è in realtà pensato per interpretare e dare una perfetta collocazione a quelli che Mario Romano considera i fruitori ideali di questa casa: le famiglie.

La casa tenta quindi di inserirsi in maniera armoniosa con l’ambiente, pur essendo un’abitazione all’avanguardia, e forse è questa sua dualità fra la tradizione e la sperimentazione che riesce davvero a renderla un perfetto trait-d’union fra arte ed architettura.

Retro con piscina della Preston House

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